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  • Istituto di Scienze della Vita

Parkinson: nuove evidenze di interazioni tra malattia e cambiamento climatico grazie a studio statistico pubblicato su “The Journal of Climate Change and Health”, condotto da Roberto Buizza, docente del Sant’Anna, insieme a colleghi di AOUP e IFC-CNR

Data pubblicazione: 20.05.2022
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E’ stato pubblicato su “The Journal of Climate Change and Health” lo studio condotto da Roberto Buizza, docente di fisica del sistema terra e del mezzo circumterrestre della Scuola Sant’Anna, insieme a Renata Del Carratore (ricercatrice dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr, Pisa) e Paolo Bongioanni (neurologo dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana e presidente della Onlus NeuroCare) che fa emergere nuove evidenze di correlazione tra il cambiamento climatico e il morbo di Parkinson. Questa malattia, classificata come disturbo cronico e degenerativo, interessa oltre 6 milioni di pazienti nel mondo (più del doppio rispetto al valore riferito al 1990), che presentano una sintomatologia caratterizzata, di norma, da tremori, deficit di equilibrio e disfunzioni sia cognitive sia neurovegetative.

Lo studio prende in analisi le variazioni, registrate dal 1990 al 2016, dei dati legati ai fattori climatici, in particolare la temperatura media e il riscaldamento, e degli indici connessi al morbo di Parkinson (tra i quali la prevalenza, la mortalità, la disabilità). Tra i due estremi temporali presi come riferimento, oltre all’aumento della popolazione anziana, sono stati considerati il ruolo dei fattori climatici unitamente ai dati provenienti dai pazienti affetti dalla malattia, prendendo in esame 185 Paesi, suddivisi, più avanti, in quattro categorie, sulla base dell’oscillazione degli indicatori risultanti.

Prendendo in considerazione il gruppo ristretto di 25 Stati, tra quelli analizzati, dove si sono registrate temperature calde più alte rispetto alla media e un riscaldamento maggiore, gli studiosi hanno potuto constatare un forte legame tra le appena citate condizioni e i dati epidemiologici connessi al morbo di Parkinson. Nello specifico, i risultati della ricerca riferiscono per il cluster selezionato, composto da circa 900 milioni di individui, una correlazione pari al 25% tra gli indici del riscaldamento e quelli riconducibili alla malattia.

Grazie alla cooperazione delle competenze, lo studio articolato ha condotto a un risultato già oggetto di dibattito: per la prima volta, come sottolineano gli autori, è stata ottenuta una conclusione “statisticamente rilevante” che permette di considerare il cambiamento climatico come fattore di potenziale impatto sul morbo di Parkinson. L’esito raggiunto necessita di ulteriori ricerche: per esempio, anticipano gli autori, potrà essere condotta un’analisi su più ampia scala, considerando un intervallo di tempo più lungo o differenti parametri relativi alla malattia degenerativa.

 

Per leggere lo studio è sufficiente cliccare qui.